Capodanno a Monaco di Baviera
Diario di viaggio di Anna e Matteo - 2° Parte
Secondo giorno: centro storico, giro della città in pullman, capodanno
E’ il 31 dicembre e da calendario è prevista una mini gita (facoltativa) con guida. Tutto il gruppo partecipa, anche perché la neve caduta durante la notte scoraggia un po’ le lunghe camminate. Appena saliti sul pullman, la nostra simpatica guida, Manfred (detto anche Randolf) ci spiega che, essendo l’ultimo dell’anno, i negozi chiuderanno alle 14, quindi ci conviene girare per conto nostro la mattina e fare la visita guidata al pomeriggio. Votiamo per il sì, ma comunque Andrea, il nostro gentilissimo autista, ci porta in centro, e durante il tragitto – allungato per l’occasione – l’impeccabile Manfred non si fa scappare un solo commento. E guardate quel palazzo, e questa è una famosa birreria, questo è il cimitero, quello è il teatro delle marionette, questo è il fiume Isar, a München c’è la metropolitana che si riconosce per la U, che sta per Unterbahn, come underground in inglese, e München è una città giovane che va per largo non per lungo, ecc. ecc. Tutto un lavoro così.
Alla fine ci scaricano nella Isartorplatz, cioè nella piazza vicino al fiume, dove si trova un’altra porta d’accesso al centro città. Dalla porta ci avviamo, tutti in gruppo con Manfred al seguito che continua a spiegare (sant’uomo!), in Tal, il viale che porta a Marienplatz dalla parte precisamente opposta a Stachus. Lungo la strada ci sono numerosi negozi e soprattutto caffè (che ci sconsigliano vivamente di bere), oltre ad un supermercato - chiamato Rewe - che la nostra guida ci indica come molto buono ed economico. Arriviamo in fondo al viale, a destra abbiamo Residenzstrasse, a sinistra Oberanger Rindermarkt, ovvero dove si trova il Viktualienmarkt, famoso mercato di frutta, verdura, brezel, würstel e co., tappa fondamentale per chi si reca a Munchen. Pensiamo che sia meglio andarci più tardi e proseguiamo per Marienplatz insieme al resto del gruppo. Fermi davanti al municipio, ammiriamo ciò che avevamo osservato solo di sera. In effetti è tutta un’altra cosa, anche se le luci dell’abete sono spente e c’è un gran via vai di gente. Dopo qualche minuto di racconto Manfred ci lascia andare, dandoci appuntamento alle 14. Noi due decidiamo di fare subito un salto da Kaufhof, la galleria commerciale che si trova proprio in piazza e dove speriamo di trovare sciarpe e souvenir. Tutto in attesa del carillon delle 11.
Kaufhof è il classico grande magazzino: al piano interrato (cui si accede anche dal sottopasso della metropolitana) tante calze, gli articoli di cartoleria e più in là il supermercato, dove trovi di tutto, soprattutto molte specialità di birra. Particolarità, anche qui l’acqua costa molto. Ma bevono tutti birra qui?? Al primo piano la profumeria, poi si sale e si trovano vestiti da donna, da uomo, da bambino e poi ancora articoli sportivi, giocattoli, biancheria, oggetti per la casa, souvenir. Insomma, di tutto un po’ e prezzi ragionevoli. Noi abbiamo acquistato una cartolina, un maialino di pezza per un’amica e una sciarpa (scontata!).
Ormai sono le 11, e ci affrettiamo a scendere. In piazza sono già tutti col naso all’insù ad aspettare che il carillon entri in azione. Aspetta aspetta, ed ecco che parte. Prima la parte sopra, con la musichetta, poi quella di sotto. Il tutto dura circa dieci minuti, ed è davvero un carillon, non aspettatevi nient’altro. Da vedere, una volta, perché è comunque inusuale e simpatico. Terminato lo spettacolo, ci incamminiamo verso l’altra galleria (Ludwig Beck, ndr), di cui ci scappa il nome. E’ dalla parte opposta a Kaufhof e offre un genere di articoli molto diversi. Troverete vestiti di Cavalli e di Ralph Lauren oltre ad oggetti per la casa molto ricercati. Al piano terreno si trova qualcosa di più economico, anche se gli stessi capi firmati non costano quanto da noi.
La visita dura poco, anche perché non siamo certo a München per girare centri commerciali. Allora ci avviamo spediti verso i negozi del Bayern e del München 1860, ma li troviamo chiusi. Disdetta! Torniamo indietro sempre percorrendo la Residenzstrasse e ci ributtiamo in piazza, dove decidiamo di entrare dentro il municipio dal grande ingresso principale che si trova proprio sotto il carillon. All’interno una corte dove è stato allestito un presepe, ma poi niente di che. Un paio di foto e via, verso St. Peter, la chiesa che si trova proprio tra Marienplatz ed il Viktualienmarkt. È a dir poco maestosa. Già vista da fuori fa impressione, ma dentro è ancor peggio. Pulitissima, senza una crepa, candida e ordinata. In fondo alla navata centrale un altare alto decine di metri, decorato d’oro e sfavillante come poche altre cose viste fino ad ora. Insomma, una visita la merita. Uscendo dalla chiesa saliamo su una terrazzina che si trova proprio dietro l’altare di St. Peter e davanti all’ingresso della chiesa dello Spirito Santo. Non siamo molto alti, ma la visuale è ugualmente bella. Si vede tutto il Viktualienmarkt, le vette delle basiliche, la Residenzstrasse e il viale Tal. Niente male per qualche minuto di sosta, foto e riprese.
Scendiamo e ci buttiamo in una svelta visita del mercatino. Numerosissime le botteghe dei macellai, dove si trovano delle borsine di stoffa splendide (con il disegno a colori del Viktualien) e dove si può anche mangiare uno spuntino – di rigore würstel bollito con mostarda e brezel –, poi sparsi ovunque chioschi che vendono frutta, il solito Müller, poi fiorai, banchi di verdura, un venditore di prodotti al peperoncino (lo riconoscete bene perché c’è un casco enorme di peperoncini appeso). Sullo sfondo la chiesa dello Spirito Santo e la sagoma di St. Peter. L’atmosfera sembra magica, tutto ricoperto di neve, con i tedeschi di corsa che girano tra una bancarella e l’altra, con i turisti che valutano con calma gli acquisti più vantaggiosi.
Abbiamo poco tempo ed è già l’ora di pranzo, così scegliamo, dopo un paio di sguardi sul Tal, di andare all’HB. Ci ritroviamo in Orlandostrasse grazie ad un sottopasso che parte dallo stesso Tal e sbuca proprio di fronte alla via dei football store. In questa galleria c’è un bar dal nome italiano, Roma. Pochi metri ed eccoci arrivati davanti alla gigantesca birreria. Giriamo a lungo all’interno delle numerose sale e alla fine troviamo un posto in un angolino. Vicino a noi un altro tavolo di ragazzi italiani, poi degli inglesi (si riconoscono bene: le donne bevono litri di birra!) e ancora orientali. Anche il cameriere è orientale. Ordiniamo un piatto misto di würstel sempre con purè e crauti (Anna) e del maiale (Matteo). Il servizio è lento perché i tavoli da servire sono moltissimi, e noi siamo in forte ritardo. Portano da bere, un bicchiere d’acqua e una weisse.
La Weisse perché l’intento era quello di bere una Radler (birra chiara e gazzosa, solo 2,5 gradi) ma sul menù è indicata soltanto da un litro. Davanti al nome “weisse” però c’è la parola kinder, che significa infantile o qualcosa del genere. Beh, invece è semplicemente weisse, da mezzo litro. Lasciata praticamente lì. Anche perché il piatto di würstel lo portano relativamente presto, ma di maiale non ce n’è più, così facciamo a meno di ordinare altro e ci spartiamo quel poco che c’è in tavola. Il cibo è buono e l’atmosfera caratteristica, anche se noi siamo rintanati in un cantuccio. Sicuramente un posto turistico, ma non è affatto raro incontrarci gruppi di amici tedeschi che festeggiano compleanni o si ritrovano per bere un po’ di birra, anche nel pomeriggio. Se qualcuno c’è stato, simile al praghese “U Fleku”, ma meno costruito su misura per il turismo. Inoltre qui non ti riempiono il bicchiere ogni volta che è quasi vuoto, e non ti portano liquorini che credi gratis e in realtà poi si pagano. Punto in comune: il conto, scritto a penna dal cameriere sullo stesso blocchetto in cui segna le comande.
Usciti dall’Hofbräuhaus ci dirigiamo verso la Isartorplatz, per l’appuntamento con il resto del gruppo. Appena “abboccato” Tal ci fermiamo al Mc Donald’s (il secondo incontrato dopo quello di Stachus) per un panino (Matteo) e un caffè terribile (Anna). Il pomeriggio scorre poi lento e assonnato. Percorriamo col pullman gran parte della città, scoprendo molte curiosità grazie al precisissimo Manfred, che continua imperterrito a sottolineare la giovane età di München, il fatto che si sia sviluppata in largo e non in altezza e che la metropolitana si riconosce grazie alla “U” che sta per Unterbahn, come underground in inglese. A parte ciò, vediamo in ordine sparso: alcune zone residenziali, il Parco Olimpico, uno dei pochi grattacieli di München, il palazzo della BMW con l'annesso museo, e ancora il Museo della scienza e della tecnologia, il fiume Isar e le sue piscine, l’Università, il teatro delle marionette, il palazzo moderno un tempo birreria dove tentarono di uccidere Hitler, i terreni dove i monacensi acquistano casa e campo per fare del giardinaggio ed il bellissimo Nymphenburg. Qui ci fermiamo, ma non scendiamo nemmeno dal pullman, qualcuno dice che fa troppo freddo. Effettivamente caldo non è…Tutto intorno è bianco, ci sono poche persone, molte oche e qualche cigno, un laghetto ghiacciato e l’impressionante residenza di Adelaide di Savoia (così ci sembra di aver capito).
Alla fine del tour, tra l’altro disturbato da una costante pioggerella, torniamo in hotel. Sono ormai le cinque. Una doccia, un riposino, e poi via verso i festeggiamenti. Uscendo dall’albergo puntiamo verso il viale della sera prima, passeggiando alla ricerca dei due locali che avevamo già adocchiato per cenare. Il primo ce lo ricordavamo più vicino e dopo qualche centinaio di metri a piedi tra la neve pensavamo di averlo oltrepassato senza vederlo. Invece, dopo una serie di negozi, sulla destra è apparsa la vetrata del pub: sbirciando all’interno abbiamo visto che c’erano solo un paio di persone al bancone e nessun segno di festa per l’arrivo del nuovo anno. Così abbiamo proseguito verso l’altro locale, il bel ristorante visto il giorno prima. Quando siamo arrivati abbiamo purtroppo notato il “tutto esaurito”, con le sale piene di gente vestita in modo elegante che festeggiava tra abbondanti portate e camerieri con vassoi carichi di piatti. Non abbiamo neppure provato ad entrare, visto che l’impressione era quella di un posto per il quale avremmo dovuto prenotare per tempo e “accettare” il menù a prezzo fisso esposto all’ingresso.
Allora abbiamo fatto dietro front incamminandoci verso la fermata della metropolitana per raggiungere il centro, con in mano però un foglio con una serie di locali suggeriti da altre persone che avevano visitato München prima di noi. Così, invece di scendere alla Hauptbahnhof, siamo scesi a Sendlinger Tor per incamminarci verso Reichenbachstrasse alla ricerca di Eiche, un ristorante al numero 13. Scopriamo così che la via è molto lunga e divisa in due da una piazza: praticamente porta da Sendlinger Tor al Viktualienmarkt. Lungo il tragitto, ancora a piedi nel freddo discretamente pungente, ascoltiamo i primi botti anticipati di tre ore rispetto alla mezzanotte e troviamo anche molti altri ristoranti, tutti (o quasi) chiusi. Dopo una bella camminata arriviamo finalmente al numero 13: Eiche è aperto ma è al tempo stesso pieno, elegante e dai prezzi tutt’altro che bassi. Ci è bastato un rapido sguardo d’intesa per farci riprendere il cammino in direzione Marienplatz. Per raggiungere la piazza siamo arrivati alla fine di Reichenbachstrasse e, invece di proseguire dritti verso il Viktualien, abbiamo svoltato a destra per cercare un’ultima alternativa ai locali dell’area pedonale. Anche in questo caso però tutto chiuso: aperti solo i negozi degli orientali con odore di fritto e vetrine non molto invitanti. Abbiamo fatto buon viso a cattiva sorte e finalmente siamo arrivati in Marienplatz dalla parte di Tal.
Ormai avevamo sia la piena conoscenza della zona con tutti i locali più classici che una fame sempre più intensa. E’ iniziato così il “pellegrinaggio” tra Paulaner, Augustiner e HB: tutto pieno o, nel caso dell’HB, ingresso riservato a chi aveva prenotato la cena con la festa a base di birra e musica. Stessa situazione anche all’Hard Rock Cafè, dove il cenone era vincolato ad una sorta di concerto e ad un menù fisso dal prezzo esoso. Si stava prospettando la stessa soluzione del Capodanno precedente a Praga, ovvero un lauto cenone al… Mc Donald’s. Abbiamo lasciato Orlandostrasse per tornare in Tal, dove Mc Donald’s e Burger King si contendono i clienti a suon di luci e locandine. Siamo entrati al Mc Donald’s trovando tanti giovani in fila alle casse e, tra loro, anche una dozzina dei nostri compagni di viaggio, rimasti come noi senza un locale dove cenare. Il nostro cenone è diventato quindi un vassoio con tre Specialburger, un Chickenburger, due coca, patatine e un Mc Flurry alla fragola. Ce la prendiamo comoda, tanto fuori c’è un freddo tremendo e non sapremmo cosa fare fino a mezzanotte.
Quando usciamo dal fast-food sono quasi le undici, così decidiamo di puntare subito verso Marienplatz, tanto per aggiudicarsi un posto in prima fila. I botti sono già iniziati da un bel po’, e bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi. Abbiamo letto su più racconti di viaggio e su qualche messaggio nei newsgroup che la notte dell’ultimo a München è pura follia: non sono semplicemente botti, ma una vera e propria sfida a chi becca chi o cosa. Ed infatti ci accorgiamo subito che è proprio così. Due ragazzi (non esattamente monacensi) si divertono a lanciare per le scale della metro alcuni petardi, rischiando di beccare in pieno qualche sventurato uscito dal treno. Poco più in là, al centro della piazza, ecco decine di persone che improvvisano una specie di gara: chi centra per primo il carillon del municipio si aggiudica il titolo di miglior lanciatore di botti. Un gioco che sinceramente non fa divertire proprio tutti… Un gruppo di giapponesi si muove con delle sacchettate strapiene di petardi giganti, una di loro ha il piumino che da bianco è diventato nero. I minuti passano, e noi ci posizioniamo in un posticino strategico, di fronte alle porte del bancomat che fa angolo.
Dopo pochi minuti siamo già circondati da decine di persone, ma in fondo è un fatto positivo, visto che i botti – lanciati apposta verso la gente – in questo modo non possono prenderci… La mezzanotte si avvicina e ormai sembra di essere in guerra. Dal rumore al fumo, tutto rievoca immagini viste in tivù… Qualche ignorante continua a lanciare razzi addosso alla gente, e pure al Municipio. Ora manca pochissimo, ma lo spettacolo continua: alla mezzanotte tutti danno il massimo, esplodendo ciò che di più grosso e potente hanno con sé. Tutto sommato è uno spettacolo divertente, anche perché da quella posizione non corriamo alcun pericolo. Peccato che dopo un po’ la stanzina del bancomat si riempia di ragazzetti ubriachi che cominciano a vomitare in qua e in là dietro di noi… Questo ci convince a spostarci, tanto ormai la piazza è diventata insopportabile, bisogna stare attenti a come ci si sposta per evitare botti ma anche qualche goccia di vin brulé bollente.
Così, dopo aver incontrato qualche compagno di vacanza, bevuto con loro lo spumante (quello che ci aveva dato l’organizzatore…), saltellato, ballato e abbracciato un po’, ce ne andiamo in direzione del Viktualien, dove la situazione è più tranquilla. Ma anche qui si notano bene i segni dei festeggiamenti, visto che la candida neve è diventata grigia e il puzzo di bruciato si sente dappertutto… La metropolitana stanotte rimarrà aperta più a lungo, ma è probabile che più tardi ci sia più confusione così decidiamo di fare ritorno. Saranno le 2, non è tardi ma in fondo siamo sempre una coppietta, e tornare in camera non ci può certo far male. La metro è abbastanza piena, al contrario di come pensavamo, e per le strade c’è gente che festeggia. Prima di rientrare in hotel ci concediamo l’ultimo sfizio, cioè lasciare un messaggio su un’auto con targa italiana…
Il nuovo anno è appena arrivato, e anche se non siamo davanti all’Arena di Praga a ballare la Macarena come un anno fa, tutto sommato non stiamo affatto male!