Capodanno a Monaco e nelle Alpi bavaresi
Diario di viaggio di Romano Masciulli e Luigi Quinzii - 2° Parte
Secondo giorno: tour della città e cenone di Capodanno
La mattina del 31 è la volta della visita a Nymphenburg, l’ex palazzo reale estivo, bello, elegante e suggestivo, con i giardini completamente coperti dalla neve ed il laghetto ghiacciato; addirittura troviamo le numerose statue presenti nell’immenso parco coperte da casse di legno, per preservarle dal freddo dell’inverno.
In seguito andiamo a visitare il quartiere olimpico, dunque vediamo il vecchio Olympiastadion, "vecchio" si fa per dire, risale agli anni '70 ma la struttura appare ancora avveniristica. Di fronte all’Olympiastadion, come se non bastasse, troviamo anche la sede principale di un colosso mondiale dell’Automotive: la BMW. Si tratta di un edificio costituito da 4 torri che richiamano la forma del motore a 4 cilindri, sulle cui sommità spiccano i grandi stemmi BMW di colore bianco-azzurro, che esprimono tutta la potenza di questo prodotto bavarese. La nostra meta principale, comunque, è il nuovo stadio, costruito per i Mondiali di calcio del 2006.
E’ l’Allianz Arena. Ricoperto completamente di neon, come molti sapranno si illumina di azzurro quando gioca il Monaco 1860 e di rosso quando gioca il Bayern. Se già il vecchio sembra ancora moderno, figuriamoci il nuovo! Molto bello. Rimaniamo sbalorditi dal grande parcheggio per auto, a più piani, e dalla stazione dei treni situata immediatamente di fronte all’entrata delle tribune. Andando via, poi, noteremo altri megaparcheggi di quel genere, accanto ad un’ altro lato dello stadio. L’ intero sistema infrastrutturale che serve l’Arena è grandioso. Un tedesco lì presente ci rivela, con aria quasi incredula, che il tutto è stato realizzato in pochissimo tempo; sottolinea anche che tramite questi treni, prima e dopo la partita, gli spostamenti di migliaia di spettatori avvengono in tempi brevissimi.
Il cenone alla birreria Augustiner
Dopo si va alla volta del quartiere universitario, Schwabing. Durante il tragitto non possiamo fare a meno di notare la praticità degli ampi viali e l’ottima organizzazione del sistema viario di Monaco. Schwabing è un’area ricca di locali per mangiare e bere, oltre che dei tanti palazzi universitari; sulla Ludwigstrasse non c’è tanta gente ma, considerando il giorno festivo, ci siamo fatti l’idea che nei giorni normali questa bella via, e l’intera zona, siano più animate. Emerge subito anche l’impressione di una efficiente organizzazione universitaria. Finiamo il nostro giro nei pressi dell’Accademia delle Belle Arti, sulla Leopoldstrasse.
Continuiamo ancora un po’ la nostra esplorazione dei quartieri a sud dell’Englischer Garten, uno dei parchi cittadini più grandi del mondo, fino a quando decidiamo che è ora di raggiungere la Löwenbräukeller, sulla Nymphenburgerstrasse, dove volevamo mangiare. Ammirati i Propyläen, la Glyptothek e la Staatliche Antikensammlung che dominano la bellissima Königsplatz, giungiamo finalmente alla birreria, che purtroppo troviamo chiusa. Segni che del personale fosse presente all’interno indicavano che fossero già intenti nei preparativi per la serata.
Ripieghiamo quindi di nuovo per il centro. Mangiamo alla Weisses Brauhaus, 100 m dopo Marienplatz sulla sinistra. L’ottima impressione che Romano e Luigi ne avevano già avuto essendoci stati in passato è pienamente confermata. Romano prende un piatto consistente in 3 diversi tipi di carne, immaginando che si tratti di un assaggio per ognuno. No, si ritrova un piattone strabordante composto da un intero stinco di maiale, un blocco di carne di vitello, una bistecca di maialino e un massiccio e pesantissimo gnocco di pane! Tutto ciò suscita l’ilarità di un gruppo di tedeschi che ci rivolgono sorrisi e qualche parola che ovviamente non capiamo, tranne un paio: “italiano” e “spaghetti”. A quel punto diventa un’amichevole sfida, e con calma ma senza esitazioni divora tutto!
Seguono passeggiata e tappa in albergo, dopodichè Beatrice ci "costringe" a fare un giro in Maximilianstrasse, la strada “in” del centro di Monaco, come testimoniano le auto parcheggiate ai suoi lati, gli eleganti locali e i lussuosissimi negozi d’alta moda. Ammirata la Residenz di sera nella Max-Joseph-Platz, si fa l’ora di recarci in un’altra delle storiche birrerie del capoluogo bavarese, l’Augustiner, dove avevamo prenotato per il cenone. Lì incontriamo altri due amici, Claudio e Marcello, che ci avevano raggiunto da Lenggries, paese a sud di Monaco dove si trovavano in vacanza per una settimana. Due fratelli, ospiti del cugino proprietario di un ristorante italiano. Il cenone non è ovviamente abbondante come uno italiano, ma buono.
L’età piuttosto avanzata degli altri commensali non è un problema, la parte giovane della festa verrà più tardi. Dopo la mezzanotte usciamo, e apprendiamo come la febbre dei botti abbia contagiato parecchie persone anche a quelle latitudini. A tal punto che si cammina ai lati delle strade e delle piazze, al centro si spara! Sembrano avere una particolare predilezione per i razzi!
Seguiamo il flusso di gente, che in realtà non si capisce bene dove vada, ci perdiamo di vista, ci ritroviamo poi tutti in Marienplatz e continuiamo a girare, in cerca di una meta. Passiamo davanti ad almeno tre discoteche, due nella zona dell’HB ed una in Maximilianstrasse, proprio dall’altro lato della strada rispetto alla Residenz, ma alla fine scegliamo un locale dove si svolgeva una festa greca. All’interno, a ballare e divertirsi, un curioso miscuglio di ragazzi greci e tedeschi. Ormai anche Monaco ha assunto un’atmosfera internazionale, pur conservando molti aspetti tipicamente caratteristici. Pare infatti che i suoi abitanti siano particolarmente legati alle tradizioni. Ad un’ora imprecisata decidiamo che il nostro capodanno è finito, e torniamo in albergo a riposarci prima di una nuova, intensa giornata.