La Galleria delle Bellezze di Ludwig I

La galleria delle bellezze rappresentava presso le corti europee un piacevole luogo dove si rendeva omaggio alla bellezza femminile del tempo che nella maggior parte dei casi era quella delle dame di corte. Questa raccolta di dipinti era un vantoe veniva esibita ai visitatori durante le feste e gli incontri ufficiali a palazzo.

 

La galleria, o sala delle bellezze, esisteva alla Versailles del Re Sole, al castello di Schleissheim alle porte di Monaco, voluta dal principe elettore Max Emanuel e oggi a Nymphenburg, ma anche alla corte di Torino, voluta da suo zio Carlo Emanuele II di Savoia e composta da 36 ritratti, e nel palazzo del cardinale Chigi ad Ariccia (Roma), sempre nello stesso numero, entrambe dipinte dal pittore fiammingo Ferdinand Voet e probabilmente visitate da re Ludwig I di Baviera in uno dei suoi numerosi viaggi in Italia.

 

Il numero 36 era ricorrente in queste collezioni di bellezze ed anche il sovrano bavarese commissionò dei ritratti in uguale numero per adornare la Residenz di Monaco. Soltanto più tardi se ne aggiunsero altri due ed ora tutti quanti si trovano al castello di Nymphenburg nella cosiddetta “Schönheitsgalerie”. Per Ludwig I la bellezza femminile, secondi gli ideali del romanticismo tedesco, doveva anche essere simbolo di moralità ed integrità.

 

I dipinti delle 36 bellezze, in realtà sono 35 le dame rappresentate in quanto Auguste Strobl è presente due volte, hanno all’incirca le stesse dimensioni e sono stati dipinti tra il 1827 e il 1850 dal pittore Joseph Karl Stieler (1781-1858), già attivo a corte con Max Joseph I e celebre per il ritratto di Beethoven, commissionatogli dall’Accademia di Vienna.

 

A questo ciclo pittorico furono aggiunti dieci anni dopo altri due ritratti, dipinti da Friederick Drück, allievo dello Stieler: in totale i ritratti esibiti sono dunque 38. Il primo di questi due è frutto di una passione senile del settantenne Ludwig I con la ventenne baronessa Carlotta von Riedt.

 

I dipinti non rappresentano solo le belle e nobili dame di corte ma il re, sensibile alle grazie muliebri, commissionò anche i ritratti di belle ragazze del popolo, attrici e cantanti, purché dotate di quelle qualità di cui era un vero estimatore. Al re piaceva soffermarsi nello studio del pittore per controllare di persona la rispondenza del quadro con la modella in posa e talvolta fece rifare il ritratto perché non lo trovava calzante con la personalità del soggetto: in questo il re era molto critico ed esigente.

 

Tra le bellezze ritratte, vengono di seguite segnalate soltanto alcune in virtù della loro significativa bellezza ed altre per la loro figura storica e notorietà in Italia.

 


 

 

Una sola bellezza compare in due ritratti che sono i primi eseguiti dallo Stieler nel 1827. Si tratta della ventenne Auguste Strobl, figlia di un amministratore di corte e famosa per il suo lungo collo di cigno, attenuato nel secondo ritratto da una collana di perle.

 

 

La marchesa Marianna Florenzi di Perugia viene ritratta nel 1831. Ludwig I la conobbe a Roma nel 1821 e fu suo ospite nella villa di campagna “La Colombella”, nei dintorni di Perugia, durante i numerosi viaggi in Italia. La marchesa, donna di grande cultura, scriveva libri, poesie e traduceva in italiano i testi dei filosofi tedeschi. Ufficialmente, per la corte, Marianna è stata soltanto una fedele amica del re sino alla sua morte. Tra i due ci fu un intenso scambio epistolare rappresentato da circa tremila lettere di Ludwig e duemila di Marianna. Si dice anche che c’era qualcosa di più che andava oltre l’amicizia, sino a considerare la marchesa come la sua “amante italiana”: è certo che il re si era innamorato di lei.

 

 

La marchesa Irene Pallavicini, ventitreenne figlia del marchese Edoardo, rappresentante del regno di Sardegna presso la corte di Monaco, è stata ritratta nel 1834 in uno splendido abbigliamento di gusto rinascimentale.

 

 

Un altro significativo ritratto è quello che rappresenta la diciottenne Helene Sedlmayr che incantò il re per la sua purezza e bellezza virginale, tanto da definirla una figura degna dei quadri del Beato Angelico. Era da tutti chiamata “la bella monacense”. Figlia di un calzolaio, faceva la commessa in un negozio di giocattoli nei pressi del Wittelsbacher Palais, residenza privata di Ludwig I, ed è proprio uscendo per una consegna che il re la vide, ne rimase folgorato e la onorò inserendola nella sua collezione di bellezze.

 

 

Il dipinto più chiacchierato è quello che ritrae la donna che fece perdere la testa al focoso Ludwig I e fu la causa della sua abdicazione dal trono nel 1848. Si faceva chiamare Lola Montez, si spacciava per una nobile di origine spagnola e faceva la ballerina.
 

Elisa Gilbert, questo il suo vero nome, era in realtà una avventuriera irlandese e non era di famiglia aristocratica. La giovane Lola fu molto abile, avendo un grande ascendente sul sessantenne Ludwig, ad ottenere tutto ciò che voleva come un bel villino pompeiano, soldi, gioielli, vestiti e addirittura il titolo nobiliare di “Maria, contessa di Landsfeld”, motivato ufficialmente dal suo impegno a servizio della Baviera. Questa nomina provocò la rivolta degli studenti e del popolo, costringendo il re a lasciare il trono e a cacciare la sua amante dal regno. Il ritratto dello Stieler venne eseguito nel 1847 e rappresenta Lola Montez in un abbigliamento “alla spagnola” così come lei falsamente si era presentata a corte.


 

Ricordiamo infine i ritratti della principessa Maria di Prussia all’età di diciotto anni, futura regina di Baviera e madre del “re delle favole” Ludwig II, e quello dell'arciduchessa Sofia, dipinta all’età di ventisette anni, sorella di Ludwig I, madre dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria e zia, nonché suocera, della principessa Sissi.
 

Sissi, nonostante fosse nipote di Ludwig I e celebre per la sua bellezza, non fece breccia nella fantasia dell’augusto zio a tal punto da essere inclusa nella galleria, forse perché ancora troppo acerba o per il riguardo nei confronti del suo status di imperatrice d’Austria.

Fabio Zeggio

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