L'economia bavarese


Reportage di Giovanni Rigacci


 

Con un pil pari a quello di Grecia e Portogallo messi insieme, l’economia bavarese rappresenta, senza ombra di dubbio, il “motore” per la crescita dell’intero Paese. Basti pensare che i beni e servizi che si producono in Baviera in un anno “pesano” per quasi un quinto sull’intera produzione nazionale.

 

La sua economia è più forte di quelle della ricca Danimarca. Certo, le “dimensioni” contano, eccome: con una popolazione di quasi 12.500.000 di abitanti ed una superficie pari a quella dell’Irlanda, la ricca regione tedesca potrebbe benissimo presentarsi come un singolo stato. Questo quadro è ancor più interessante se si pensa al fatto che lo sviluppo economico si è manifestato solo dopo il 1970.

 

Nel dopoguerra, infatti, la Baviera ha dovuto fronteggiare i problemi derivanti dall’afflusso dei milioni di rifugiati dell’Est e dall’interruzione dei rapporti commerciali con l’Europa centro–orientale. Ed è proprio a partire dagli anni settanta che l’economia bavarese inizia a trasformarsi: da regione prevalentemente agricola a polo di primaria importanza della “new economy”, soprattutto nei settori dell’informatica, elettronica ed in quello delle biotecnologie.

 

Oggi la Baviera si presenta come il Land con il più basso tasso di disoccupazione(subito dietro il Baden–Württemberg) e quello con il reddito pro capite più elevato. Il successo dell’economia bavarese è un mix di industria, turismo e finanza. Il comparto principale dell’industria è sicuramente quello automobilistico, che può annoverare marchi prestigiosi e conosciuti in tutto il mondo come BMW, Mini, Audi e MAN. Segue a ruota il settore dell’IT con una serie di interessanti aziende capeggiate dalla famosissima Siemens.

 

La Baviera è anche sinonimo di vacanze: per la bellezza monumentale dei suoi centri urbani, per la bellezza naturale di alcune zone, il Land richiama milioni e milioni di turisti ogni anno. Questi vi accorrono prendendo d’assalto le stazioni sciistiche, prevalentemente in inverno, sulle alpi bavaresi ed i magnifici laghi di cui dispone, soprattutto nella stagione estiva.

 

Se l’economia funziona è anche merito della stabilità politica che regna in questa sorta di Eden terreno: da oltre quattro decenni il Land è guidato dalla stessa coalizione e questo permette di dare una certa continuità alle manovre, specialmente quelle a carattere economico–monetario e fiscale. In questo contesto il Governo ha la possibilità di effettuare una politica oculata, adottando interventi mirati ed efficaci anche nel lungo e lunghissimo periodo.

 

Sicuramente la capitale bavarese, Monaco, dà un grande contributo alla floridezza dell’economia regionale. Il capoluogo dispone infatti di infrastrutture di primo ordine: un aeroporto tra i più trafficati del continente ed una stazione ferroviaria che costituisce un vero e proprio “ponte” tra il Nord ed il Sud e tra l’Ovest e l’Est d’Europa. Ma la prosperità della città non dipende solo dal fatto che rappresenta un importantissimo asse di comunicazione ma anche perché molte imprese tedesche ed estere hanno “scelto” Monaco come sede dei loro quartier generali.

 

Oltre alle “indigene” BMW, Siemens, MAN, Escada e Allianz, nella capitale bavarese possiamo trovare uffici e rappresentanze di Apple, Oracle, Yahoo!, Mc Donald’s, O2 e Sony. Imprese queste che operano nei più svariati settori e che “provengono” da ogni angolo della Terra ma che sono legate dal fatto di aver scelto Monaco e la Baviera poiché attirate dal suo particolare “clima”: la possibilità di reperire manodopera qualificata, uscente dalle numerosissime università ed istituti superiori presenti in città e nell’intera regione, la possibilità di lavorare fianco a fianco creando sinergie e collaborazioni con le istituzioni (Governo in primis) ed una qualità della vita che, a livello europeo, è semplicemente impareggiabile.

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