Abbiamo incontrato l'ispettore Derrick!


... e se Derrick ci aprisse la porta di casa?


 

Noi ci riproviamo anche quest’anno!! Sì perché ci sono innumerevoli motivi per andare/tornare a Monaco di Baviera. Ogni volta Davide mi elenca una lista lunga da casa mia al Brennero di posti, edifici, situazioni da vivere ed assaporare in quella che per me è la città ideale in cui vorrei se non altro trascorrere ancora più tempo. Via dunque, tra le vie della capitale bavarese, a prenderci scampoli di cielo biancazzurro e gustarci il verde dei parchi. Scovare scorci d’arte e acculturarci con musei e castelli.

 

A settembre arriverà l’Oktoberfest e ci saremo anche in quest’edizione, ma prima c’è un progetto che frulla nella nostra testa (mia e di Davide, ndr) da anni; volevamo “impadronirci” di un altro brandello di città…di storia, oserei dire. Volevamo colorare con una nota del tutto particolare il nostro album dei ricordi di Monaco: scovare l’Ispettore Capo Derrick, alias Horst Tappert.

 

Lo abbiamo inseguito a lungo, di casa in casa ogni qual volta cambiava residenza. Abbiamo interrogato i vicini, una volta scoperto l’indirizzo esatto; abbiamo provato separatamente in giorni e mesi differenti a stanarlo nel suo “rifugio”, lontano dai palcoscenici e dalle telecamere. Non è un segreto, infatti, che il carissimo Attore (è proprio affetto quello che mi  lega al personaggio che, decenni orsono, mi fece conoscere Monaco attraverso la TV), si sia ritirato a vita privata in maniera ermetica!

 

Arriviamo a quest’agosto quindi, dopo innumerevoli tentativi e tanta speranza. Monaco, 5 agosto 2004: Davide non ce la fa a venire con me, causa impegni da brava e diligente guida della Baviera. Ci vedremo per cena (se ne pentirà per un bel po’!). Rimaniamo in due a provare lo scoop: io e la mia dolce metà Annalisa, anche lei appassionata telespettatrice e instancabile viaggiatrice.

 

Ormai le fermate della S-Bahn le sappiamo a memoria, la mappa della città e di tutti i collegamenti con la periferia, è consunta nelle pieghe. La zona è attraente e riservata, silenziosamente animata dietro alle verdi siepi di confine che sanciscono in maniera elegante la volontà dei ricchi abitanti del quartiere di rimanere in pace, liberi di gustarsi i capitali economici.

 

Nella via "Am Vogelherd" anche Horst Tappert fa sfoggio dei marchi tedeschi guadagnati in ogni puntata girata impersonando il mitico Oberinspektor, ma la villa è un pò meno impenetrabile agli occhi dei passanti rispetto ad altre. Niente giardino fronte casa; c’è ma è di lato. Davanti al cancelletto c’è solo l’area di manovra per i garage (in ogni caso comoda per girarci un minibus!). Quest’anno le foto si fanno in digitale quindi rifacciamo inquadrature già fatte ma non lesiniamo scatti...a volontà!
 

 

Poi siamo li, alla porta:
-“…Che dici Anna, c’è?”
-“Si si, c’è!”

 

Infatti, molte finestre sono aperte, soprattutto le porte che dal salone danno sul gran giardino che si sviluppa dietro e sul fianco della costruzione. Come il solito, non si muove una foglia, in casa e in tutta la via. Non c’è che dire: il posto l’ha scelto bene, per stare tranquillo; molto migliorata la situazione rispetto all’altra casa nello stesso quartiere; se possibile ancora più protetto dal silenzio dei vicini!

 

-“…Che si fa?”
-“Ovvio ci proviamo!”

 

Suono il campanello…si sente l’effetto perdersi remoto nella grande casa.
Non serve riprovare. Una voce anziana, femminile e composta risponde subito. Ci volevano 3 anni per rispondere al citofono?? Dico io (solo nella mia mente!). Subito parte il traduttore automatico nel mio cervello per formulare in inglese (sul tedesco pecco d’inesperienza e me ne pento) una richiesta semplice, elegante ma determinata:

 

-“Buongiorno, scusi, abita qui Horst Tapppert”?
Dall’altra parte, dopo un nanosecondo d’incertezza (credo per razionalizzare la risposta in inglese…):

 

-“ Si, chi lo cerca?”

 

Bene...dunque: 

 

-“ Sono un fan di Derrick e vengo dall’Italia per poterlo salutare…è possibile incontrarlo?”

 

Sempre la voce lontana del citofono, ferma ed elegante:

 

-“Venite dall’Italia??!! Quanti siete alla porta?”

 

Guardo Annalisa, questa volta l’abbiamo stanato! Non scappa!:

 

-“ Si, dall’Italia appositamente per lui, qui alla porta siamo in due”

 

Citofono:

 

-“Solo un attimo, prego…”

 

La voce si allontana e posso intuire un breve dialogo all’intero dell’abitazione…

La serratura del cancelletto d’ingresso è aperta a distanza…

 

(Mein Gott!!!)

 

Dopo alcuni secondi scende gli scalini che dall’abitazione portano all’ingresso, proprio lui, Derrick, alias Horst Tappert. Arriva lento, con il peso dei suoi anni e della sua storia.

 

Non mi stupisco che quest’anno non sia in Norvegia per passare il periodo estivo. I pensieri si susseguono veloci mentre mi sorride e si avvicina verso di noi. Non vuole essere un giudizio impietoso il mio. Il tempo su di lui ha lasciato segni pesanti e lo trattiene a Monaco, vincolato in una lussuosa vecchiaia. Lo sguardo e la mano che mi tende però, sono quelli del mitico ispettore! Dietro un velo di stanchezza e di distacco, c’è lui: vigoroso e riflessivo interprete di uno dei telefilm che più ho apprezzato, da sempre!

 

Ci scambiamo battute veloci. Io sono incredulo…è difficile articolare frasi che ovviamente non sono mai immediate quando servirebbero. Comunque: mi chiede se voglio un autografo; gli passo il Touring che ho nello zainetto (e che ovviamente ora ha un valore inestimabile per me!). Gli chiedo se passa molta gente a trovarlo; se i fans vengono a salutarlo. Mi dice che si, qualcuno viene, ma che ormai è solo un uomo vecchio. Gli dico che invece, rimarrà sempre un simbolo per molti, nonostante il tempo. Gli dico che vengo da Vicenza, provincia, e subito si accende uno sguardo diverso, più partecipe. La conosce e, infatti, subito ricordiamo “Il Cardinale”, il film che Tappert ha girato in città, per la televisione italiana…

 

Poi poco altro. Nei 5 minuti che mi ha concesso, non ha mai perso il sorriso ma si vede che non è abituato a stare molto in piedi. Inoltre la sensazione è che non conceda più nulla alla mondanità. Diciamo che la sua gentilezza (indiscussa! come quella della moglie al citofono) sia concentrata a regalare una breve apparizione a chi è fortunato come me, piuttosto che prendersi i meritati applausi, anche se solo da parte di pochi.  Vuole starsene tranquillo nel suo riservato e avvolgente quartiere alla periferia di München, niente più. Non è coinvolto in nessun modo dal suo personaggio e da quello che ha rappresentato.

 

-“Arrivederci Oberinspektor”

 

Lui non coglie…o non vuole. Ha lasciato a noi il ricordo di quell’eroe dai toni pacati e dall’acume investigativo pungente e gentile. In quella Monaco anni ‘70-’80 che rilanciava nel mondo la propria immagine di città nuova e rinnovata, locomotiva di una rinascita nazionale; composta e razionale, dove non c’era un solo reato che non fosse scoperto e punito. C’era Derrick…

 

A Horst Tappert questo non interessa più. Vuole solo la riservatezza che si è guadagnato in 25 anni di televisione con i vecchi marchi. Lascia a noi il sogno e il mito, con quell’impersonificazione che ci ha tenuto compagnia in tantissime sere e tantissimi pomeriggi. Con quelle repliche che non mi stancano mai, e che ogni volta mi fanno rivivere la crescita e l’espansione della mia amatissima Monaco.

 

-“Arrivederci Ispettore Capo”

 

Lui si gira e se ne torna alla sua vita. Lo osservo rientrare in casa. Sembra l’ultima puntata, quando dà le spalle alla telecamera dopo essersi congedato dall’inseparabile Harry Klein. Il passo è lento e stanco ed è anche alla luce di questo che lo ringrazio del poco tempo che ha voluto concedermi.

 

Guardo Annalisa…che dire…

-“Ancora qualche scatto?”

 

Ok, fatto. La casa è proprio bella. Bravo Derrick, ottimi gusti! Torniamo alla metropolitana di superficie…chissà Davide, non ci crederà neanche con le foto sottomano.

 

-“Sai una cosa? Quasi quasi non glielo diciamo nemmeno!!”

 

Annalisa B., Andrea C.

Schio (VI)
 

P.S.

Un ringraziamento all’abile regia di Davide che con puntualità e precisione prettamente tedesca mi fornisce sempre le informazioni su Monaco e affini e solo per una coincidenza non ci ha accompagnato fisicamente in questa avventura. Prossimo obiettivo: incontrare Fritz Wepper!

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