Valle della Mosella, una fantastica scoperta!
Diario di viaggio di Romano Masciulli e Luigi Quinzii - 2° Parte
Terzo giorno: arrivo ad Heidelberg
Visita mattutina a Trier. Il centro storico è davvero bello, vediamo la piazza principale chiamata Hauptmarkt, il bellissimo Duomo dalla costruzione particolare, per poi procedere lungo il corso fino alla porta Nigra, imponente, la porta cittadina romana meglio conservata a nord delle Alpi. Lungo la strada che porta dal centro al nostro albergo c’è anche la casa natale di Karl Marx, con tanto di targa commemorativa. Treviri è anche la città natale di Sant’Ambrogio, il patrono di Milano. Impressionati di nuovo positivamente dal centro di Trier, riprendiamo la nostra strada in direzione Heidelberg.
Non manchiamo di fare una sosta per il pranzo a Kaiserslautern. Sapevamo non esserci testimonianze storiche e ci aspettavamo una città abbastanza grigia, ma al contrario il moderno centro è animato da tanta gente a passeggio, scintillante di lucette simil-natalizie, e ricco di negozi e ristoranti di tutti i tipi. Proviamo Nordsee, catena norvegese di fast-food abbastanza insolita per noi, in quanto a base di pesce, ed anche buono. Con una spesa contenuta permette di mangiare un piatto di pesce di buona qualità.
Gustato anche un brezel, specialità tipica davvero disponibile ad ogni angolo, ci rimettiamo in marcia. Avvicinandoci ad Heidelberg l’emozione si fa sentire sempre più forte, sapevamo infatti che è una delle poche città tedesche scampate ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, quindi alta era l’aspettativa nei confronti di questa città medioevale. Notiamo le tante installazioni NATO e basi americane presenti sul nostro percorso. Prima di giungere ad Heidelberg dobbiamo fare una sosta in una località nelle vicinanze, Schwetzingen. E’ qui infatti che abbiamo prenotato il nostro albergo, più simile ad un bed and breakfast per la verità, ricavato in una vecchia casa a graticcio. Non nascondo che questa particolarità estetica è stato uno dei motivi che ci ha spinto a scegliere l’albergo in questione, il Villa-Benz, oltre al prezzo più contenuto rispetto alle sistemazioni dentro Heidelberg. Passando dalla Renania-Palatinato al Baden-Württemberg, infatti, le tariffe degli hotel si impennano.
Schwetzingen, scelta assolutamente per caso e senza nessuna cognizione, si rivela un paese interessante con un castello all’interno di un grande, verdissimo e curatissimo parco, che scopriamo essere piuttosto famoso in zona. Dopo aver preso possesso della nostra stanza, e dopo una birra in un ristorante-birreria tipico in fondo alla strada dell’albergo – era proprio lì, come rinunciare a fargli una visitina – partiamo definitivamente alla volta di Heidelberg.
In periferia appare come una moderna città di medie dimensioni, di un moderno armonico e razionale. Aggiriamo il centro per andare a parcheggiare in uno dei tanti, immancabili, parcheggi sotterranei, che uscendo in superficie scopriamo trovarsi ad un’estremità del corso principale di Heidelberg, l’Hauptstrasse.
Sorpresa, alziamo gli occhi al cielo e ci si para davanti lo spettacolo del castello (Schloss) illuminato, che da un colle domina il centro cittadino. Siamo dunque arrivati definitivamente nel cuore dell’Heidelberg medioevale. Ci avviamo lungo l’Hauptstrasse e vediamo alla nostra destra il Duomo, e più avanti alla nostra sinistra alcuni palazzi universitari. Heidelberg è sede di un’università molto rinomata, nonché la più antica della Germania. A quel punto, anche per il freddo pungente, decidiamo concederci un aperitivo al chiuso. Vista la quantità di locali a disposizione, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta, così entriamo casualmente al Café Journal. Ottimo posto, dove degustiamo un eccellente coktail a base di liquore alle mele, accompagnato da una fetta di delizioso apfelstrudel immerso in crema di vaniglia. Proseguiamo poi la visita dell’Hauptstrasse, che finisce in una grande piazza con l’immancabile centro commerciale Kaufhof.
A questo punto ci rechiamo sul fiume Neckar, parallelo all’Hauptstrasse, vediamo il teatro e facciamo per riprendere la via principale, quando una piccola birreria-bar attira la nostra attenzione. Di nuovo intirizziti dal freddo ci precipitiamo dentro per concederci una pausa riscaldante ed ingannare il tempo. Si fa ora di cena. Anche a questo proposito abbiamo l’imbarazzo della scelta, dal momento che le birrerie lungo l’Hauptstrasse non scarseggiano affatto, una situazione che rende possibile azzardare un paragone con Monaco di Baviera. Evidentemente la presenza di numerosi studenti ha favorito il proliferare dei locali, e sin dai tempi antichi. Prima ancora di sperimentarlo di persona, infatti, avevamo letto della presenza di storiche “birrerie studentesche”.
Ceniamo al ristorante-birreria Perkeo, dopodichè ci tuffiamo nella vita notturna del centro cittadino, prima al Café Exrablatt e dopo al Coyote, più piccolo di quello di Trier ma molto affollato anche questo. Nota caratteristica, in alcuni momenti non sembrava più di essere in Germania, infatti attorno a noi non si sentiva più parlare tedesco ma inglese, tanti erano gli americani delle basi. E tanti anche i turisti americani in giro, per la maggior parte, evidentemente, parenti di militari.
Quarto giorno: visita di Heidelberg e Frankfurt
Visita diurna di Heidelberg, bellissima la vista godibile dal fiume Neckar, specialmente dallo scenografico Alte Brücke. Eccezionale il panorama dal castello, al quale saliamo con la funicolare (Schloss-Molkentur Bahn). Riscendiamo e dato che il corso con le birrerie, come detto, ci ricordava un po’ Monaco, decidiamo di restare immersi in questa sensazione e pranziamo al Löwenbräu, con cucina tipica bavarese.
A questo punto è ora di partire per la nostra destinazione finale, Francoforte. In meno di un’ora ci troviamo a fare il nostro ingresso nella città di Francoforte sul Meno. L’atmosfera cambia radicalmente rispetto a quella di tutto il resto del viaggio. Le dimensioni e l’aspetto architettonico di Frankfurt offrono già dalla sua periferia un’impressione molto più “urbana” di quella sperimentata finora, che giunge al suo culmine non appena scorgiamo i grattacieli del centro, tra cui i piùalti d’Europa, che si innalzano tra gli altri edifici. L’atmosfera che creano è quasi americana, non per niente Frankfurt si è guadagnata lo spiritoso soprannome di “Main-hattan”. Ad attenderci qui l’hotel Ritter, in Grosse Rittergasse, una pensione ospitata in una casa a graticcio. Poche le case di questo genere a Francoforte, che è stata pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale. Le uniche sopravvissute si trovano nel quartiere di Sachsenhausen, dove appunto alloggeremo. Sachsenhausen è anche il quartiere dei divertimenti, dove sono concentrati molti locali, birrerie, pub e discoteche.
Qui trascorreremo la nostra serata, ma prima attraversiamo il Meno per una passeggiata nella parte più centrale di Frankfurt. Dal fiume i ponti e i grattacieli illuminati offrono un panorama suggestivo. Belli e perfettamente curati i giardini del lungofiume, che in alcuni punti offrono delle ottime postazioni per foto scenografiche. Ci rechiamo all’imponente Duomo, situato in una piazzetta alle spalle della piazza principale, il Römerberg. Prende il nome dal municipio, il Römer. In questo luogo si trovano alcuni palazzi ricostruiti dopo la guerra nelle fattezze originali, tra cui il municipio stesso. Di dimensioni ragguardevoli e ricchi di decorazioni, permettono di farsi un’idea di quella che doveva essere la bellezza della Francoforte medioevale. Proseguiamo il giro in Berlinerstrasse, l’ampio viale dello shopping, tra scintillanti negozi e centri commerciali. Per cena torniamo a Sachsenhausen, alla ricerca delle birrerie tipiche di Francoforte.
A dire la verità non è corretto definirle birrerie, in quanto la specialità locale, che scorre a fiumi in questo genere di locali, è l’apfelwein, una sorta di vino di mele, più simile al sidro. Infatti ceniamo alla Apfelweineschaft Kanonesteppel sulla Textorstrasse. Indicativo il fatto che, dopo non aver comunque mancato di assaggiare l’apfelwein, alla nostra richiesta di una birra non è stato possibile offrirci altro che una weiss in bottiglia. Textorstrasse è l’indirizzo da ricordare per chi a Frankfurt fosse alla ricerca di questi ristoranti tipici. Cenarvi è un’esperienza assolutamente consigliata per vivere appieno la città, si tratta di locali dove non ci sono tavolini separati, ma lunghe tavolate con panche dove si viene fatti sedere accanto agli estranei.
L’atmosfera è resa dunque molto calorosa e di assoluta socialità, come testimonia il giro di liquore alle erbe Underberg offertoci dagli avventori seduti accanto a noi, un gruppo di simpatici giovani tedeschi. Continuiamo la nostra serata tornando nella zona dell’albergo, provando alcuni dei tanti locali. Passiamo la maggior parte del tempo in un bar che ci ha colpiti per la popolazione particolare che lo animava, a partire dalle cameriere che indossavano improbabili abiti anni ’80 e portavano acconciature “stregonesche”. Altri personaggi singolari ci fanno divertire fino a quando l’ora inizia a farsi troppo tarda per la nostra sveglia della mattina successiva che, a causa dell’oretta che ci occorre per raggiungere Hahn in macchina, è fissata molto presto.
L’indomani segna infatti la conclusione del nostro fantastico viaggio, ci rimane solo da vedere, lungo l’autostrada per Hahn, l’enorme aeroporto di Frankfurt, uno degli hub più importanti d’Europa, dopodiché tutto il tempo che ci rimane sarà occupato dalle incombenze necessarie per il rientro. Sull’aereo, ripercorrendo mentalmente le nostre tappe e dando una prima occhiata alle foto, ci sentiamo profondamente contenti per la meravigliosa esperienza appena vissuta, che ci ha permesso di ammirare scenari naturali idilliaci, città dalla antiche e importanti testimonianze storiche, e la modernità più interessante.
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