Alla scoperta di Wasserburg
Situata su una pittoresca ansa del fiume Inn, Wasserburg am Inn (55 km da Monaco) conta circa 12.000 abitanti, molti dei quali di origine straniera. Nell'antico centro si trovano tre gelaterie italiane e altrettanti ristoranti-pizzerie.
Architettonicamente, Wasserburg si presenta come la copia di una piccola città rinascimentale italiana e anche per questo è stata ribattezzata, forse un po' troppo pomposamente, la "Venezia sull'Inn".
Gli antichi Romani chiamavano l'Inn Aenus. A Wasserburg si può seguire il fiume su un sentiero che lo costeggia per chilometri. Questo lungofiume è "adornato" con sculture ipermoderne che, al loro primo apparire, fecero storcere la bocca ai wasserburghesi più tradizionalisti. Come in tutto il meridione tedesco, anche nella Valle dell'Inn è possibile compiere dei lunghi tour in bicicletta seguendo gli appositi Wege ("sentieri") numerati.
Durante l'era del Terziario, nella vallata in cui sorge Wasserburg erano diffusi i mammut, che poi si estinsero attorno al 10.000 a.C. Oggi, alcuni fossili di quei preistorici mastodonti sono conservati nell'Heimatmuseum (Patrio Museo). Nel III sec. a.C., dalle parti di Wasserburg transitarono i Celti, nel lungo vagabondaggio che, attraverso l'Europa intera, li avrebbe condotti fino in Grecia. Dei Celti è stato accertato che coltivavano usanze primitive.
Rovine di tombe e altari celtici ritrovati in Baviera e risalenti al I sec. a.C. testimoniano anche del sacrificio di vite umane. Nel tentativo di placare le ire dei loro dèi, i Druidi offrivano in dono le vittime designate (soprattutto ragazze vergini e fanciulletti). Ancora nel 204 d.C., in Baviera si venerava Bedaius, divinità del Chiemsee. Il Chiemsee (lago di Chiem) è generalmente conosciuto come "il mare della Baviera".
Fu grazie ai Romani che Wasserburg poté divenire un vero centro urbano. Più tardi le orde vichinghe tentarono ripetutamente di assediarla, ma la cittadina risultò inespugnabile. L'antico borgo, circondato su tre lati dal maestoso Inn, si presenta ancora oggi come una roccaforte sicura.
Nel Medioevo Wasserburg fu importante tappa commerciale per il transito delle carovane di sale, trovandosi sull'antica strada che univa Salisburgo con Monaco. Il sale, ricavato dalle saline di Salisburgo (Salzburg), veniva trasportato nell'odierno capoluogo bavarese tramite speciali carri che a volte richiedevano l'impiego di duecento o più cavalli.
Quando, nel XVI secolo, Rosenheim rubò a Wasserburg il predominio di stazione intermedia per il commercio dell'oro bianco, per Wasserburg cominciò un periodo di decadenza che sarebbe durato fino agli inizi dell'epoca industriale.
All'Heimatmuseum ci sono disegni, schizzi e dipinti del florido periodo medievale che illustrano come avveniva il trasporto del sale: i carri attraversavano l'Inn su apposite Fähre (traghetti) o passando su un ponte di legno che era stato costruito proprio per questo scopo.
Il ponte che consente di entrare oggi nel borgo è stato invece costruito solo tra gli anni Sessanta e Settanta. Sempre negli anni Settanta, con la costruzione di una grande diga, l'Inndamm, è stato risolto un problema "storico" della città: le piene, gli straripamenti, l'acqua alta.
Ogni cosa è fedelmente documentata nel Patrio Museo. Sempre nell'Heimatmuseum, si possono ammirare strumenti musicali risalenti al '600 e '700: un virginale (strumento a corde e a tasti), un clavicembalo, alcune arpe. Questi mirifici oggetti erano nelle mani di poche famiglie, che se ne servivano per eseguire esclusivamente sonate e cavatine religiose.
Neppure i ripetuti soggiorni a Wasserburg di Leopold Mozart e del figlio Wolfgang Amadeus poterono destare lo spirito creativo dei compositori locali: Wasserburg infatti non può vantare nessun nome di spicco nel campo della musica classica. Comunque sia, nel 1770 il giovane Mozart scrisse che, passeggiando per le vie della cittadina, si sentì "come un prence"...
Peter Patti